ALESSITIMIA E DISTURBI ALIMENTARI

L’alessitimia, ovvero l’incapacità di identificare le emozioni correttamente, è un fattore che coinvolge l’intero spettro dei disturbi alimentari (Westwood et al., 2017). È un aspetto psicologico caratterizzato da una ridotta capacità di empatia, una scarsa capacità immaginativa e una difficoltà nel descrivere e identificare i propri stati emotivi (Taylor, Bagby & Parker, 2016; Treasure & Schmidt, 2013).

Il termine alessitimia deriva dall’unione di tre lemmi in lingua greca, formato dal suffisso “a” ovvero “senza”, “lexis” espressione e “thumos” affetto (Neri, C., 2022). È stato utilizzato per la prima volta da Sifneos nel 1973, per indicare una pervasiva difficoltà nel verbalizzare e riconoscere i propri stati emotivi, osservata in pazienti con manifestazioni psicosomatiche, suggerendo che una difficoltà nel riconoscere e identificare i propri stati emotivi possa portare a manifestazioni patologiche che coinvolgono il corpo (Sifneos, 1973; Neri, C., 2002; Nowakowski, McFarlane & Cassin, 2013).

Infatti, diversi studi hanno dimostrato una correlazione tra punteggi alti di alessitimia e disturbi alimentari (Nowakowski, McFarlane & Cassin, 2013).

Lo strumento che viene solitamente utilizzato per ottenere una stima del livello di alessitimia di un individuo è il TAS-20 (Toronto Alexithymia Scale), composto da 16 item, che si possono raggruppare in 3 sottoscale: la prima, DIF (Difficulty Identify Feelings) valuta la difficoltà ad identificare i sentimenti e a distinguere tra sentimenti e sensazioni fisiche. La seconda DDF (Difficulty Describing Feelings) definisce la difficoltà dell’individuo nel descrivere i propri sentimenti agli altri. La terza sottoscala, EOT (Externally -Oriented Thinking), valuta lo stile cognitivo orientato verso la realtà esterna.

Nonostante siano stati riscontrati punteggi al test complessivamente più alti nei soggetti con disturbi alimentari rispetto alla popolazione generale, in letteratura sono presenti diversi studi che valutano la differenza della sintomatologia alessimitica nei sottogruppi di pazienti affetti da disturbi alimentari, prendendo in considerazione tre delle categorie diagnostiche riconosciute dal DSM-5 (anoressia nervosa, bulimia nervosa e disturbo da alimentazione incontrollata).

In questi studi si evidenzia come vi siano delle differenze nei risultati ottenuti nelle tre sottoscale del Test di Toronto, suggerendo che vi siano diversi quadri alessitimici in corrispondenza dei diversi disturbi alimentari.

Infatti, le scale che compongono il test nelle quali si nota una correlazione con i disturbi del comportamento alimentare sono quelle che misurano la difficoltà nell’identificare e descrivere i sentimenti e la difficoltà nella distinzione tra emozioni e percezioni fisiologiche (Marchiol, F., & Luxardi, G. L., 2011). Non sarebbe stata rilevata alcuna correlazione tra punteggi molto alti nella terza sottoscala del test TAS-20 nei pazienti con disturbi alimentari rispetto alla popolazione generale (Nowakowski, McFarlane & Cassin, 2013).

In particolare, è emerso come nei pazienti con condotte restrittive, riferite dunque a quadri clinici di anoressia nervosa, vi sia una maggiore difficoltà nel descrivere i propri sentimenti e stati d’animo (Speranza, 2005), invece nei pazienti che mettono in atto condotte compensatorie (come comportamenti purgativi nel caso della bulimia nervosa) o con un disturbo dell’alimentazione incontrollata sia presente una maggiore difficoltà nell’identificare i propri sentimenti e a distinguere tra sentimenti e sensazioni corporee (Speranza, 2005; Nowakoswki, 2013; Mariani, R., Marini, I., Di Trani, M., Catena, C., Patino, F., Riccioni, R., & Pasquini, M., 2022).

C’è, quindi, nei pazienti affetti da disturbi del comportamento alimentare una difficoltà pervasiva nell’elaborare la componente simbolica delle emozioni, focalizzando l’attenzione sul piano somatico, con la conseguente comparsa di sintomi somatizzati e comportamenti disadattativi utili alla regolazione dell’emozione, tra cui, appunto, comportamenti alimentari disfunzionali (Freedman & Lavander, 2002; Marchiol, F., & Luxardi, G. L., 2011).

A cura di: Dott.ssa Rebecca Rossi – Psicologa clinica

Bibliografia:

Sifneos PE: The prevalence of ‘alexithymic’ characteristics in psychosomatic patients. Psychother Psychosom 1973, 22:255–262

Westwood, H., Kerr-Gaffney, J., Stahl, D., & Tchanturia, K. (2017). Alexithymia in eating disorders: Systematic review and meta-analyses of studies using the Toronto Alexithymia Scale. Journal of psychosomatic research99, 66-81.

Taylor, G. J., Bagby, R. M., & Parker, J. D. (2016). What’s in the name ‘alexithymia’? A commentary on “Affective agnosia: Expansion of the alexithymia construct and a new opportunity to integrate and extend Freud’s legacy.”. Neuroscience & Biobehavioral Reviews68, 1006-1020.

Treasure, J., & Schmidt, U. (2013). The cognitive-interpersonal maintenance model of anorexia nervosa revisited: a summary of the evidence for cognitive, socio-emotional and interpersonal predisposing and perpetuating factors. Journal of eating disorders1, 1-10.

Amigo Vázquez, I., Marchiol, F., & Luxardi, G. L. (2011). Coping e alessitimia nei disturbi del comportamento alimentare: uno studio pilota. Coping e alessitimia nei disturbi del comportamento alimentare: uno studio pilota, 207-223.

Colesso, W., Chinello, A., Faggioli, S. C., & Zappa, L. E. (2018). Alessitimia e Competenza Relazionale nelle relazioni intime (modello ERAAwC) in genitori di soggetti con disturbi del comportamento alimentare [Alexithymia and Relational Competence in intimate relationships (ERAAwC model) in parents of individuals with behavioural eating disorders]. Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale24, 133-151.

Nowakowski, M. E., McFarlane, T., & Cassin, S. (2013). Alexithymia and eating disorders: a critical review of the literature. Journal of eating disorders1, 1-14.

Neri, C. (2002). La condivisione del dolore. Quaderni di Psicoterapia Infantile44(8).

Mariani, R., Marini, I., Di Trani, M., Catena, C., Patino, F., Riccioni, R., & Pasquini, M. (2022). Emotional dysregulation and linguistic patterns as a defining feature of patients in the acute phase of anorexia nervosa. Eating and Weight Disorders-Studies on Anorexia, Bulimia and Obesity, 1-11.

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